martedì 15 febbraio 2011

Jan Svankmajer


Jan Svankmajer

Svankmajer è un regista ceco non molto conosciuto in Italia a causa di una cattiva distribuzione dei suoi lavori, praticamente irreperibili sui supporti ordinari. Ma siamo nell'era della tecnologia e del villaggio globale eccetera, sicchè il funzionale Eta Beta di Internet, YouTube, sfodera dal  gonnellino le sue meraviglie.
Spulcio su Wikipedia perchè non ho molte informazioni su questo curioso vecchierello, e come la stessa proclama è in effetti evidente come sia stato da pigmalione a registi ben più famosi di lui quali Terry Gilliam, Tim Burton, Michel Gondry. A mio avviso ritrovo elementia svankmajeriani anche nei primi cortometraggi sperimentali di Polanski giovane (vedi Lampa), o in alcuni aspetti di Peter Greenaway (in particolare nella sua nota passione per la catalogazione, i cui germi sono rintracciabili in corti di Svankmajer come Historia Naturae Suita o Et Cetera) e oserei a margine inserire nella lista anche Richard Linklater, ma solo quello dei film fatti col rotoscope (A scanner Darkly, Waking Life). La linea analogica sulla quale s'innesta Linklater non è tanto visiva in effetti, o formale, quanto filosofica: trattasi di meditazioni su pellicola di una pesante leggerezza o inafferrabile inconsistenza-insensatezza dell'esistere e delle sue leggi, a tratti spaesanti, sulle quali gioca molto spesso (ironicamente ma non solo) anche Svankmajer.
L'ospite del giorno (della sera, dato che sono le 21:21) svolse i suoi studi all' Accademia di Belle Arti di Praga (chè se era quella di Bologna erano altre paia di maniche), sezione di scenografia. I rimandi scenografici al teatro sono molto forti e presenti nelle sue opere, sia nel senso proprio che in senso di  teatrino, con burattini e marionette (a questo proposito, vi consiglio la visione di uno dei suoi migliori film -parere mio-, dove l'unico in carne e ossa è il protagonista, mentre il resto degli attori sono marionette di varie grandezze: il Faust del 1994).
Svankmajer ha prodotto negli anni solo qualche lungometraggio, sette per la precisione, ma una infinità di cortometraggi  riusciti ed estremamente caratteristici: egli lavora con una particolare tecnica di stop motion, manierista e utilizzata con molta sapienza, che lo rende subito riconoscibile. Altri tratti salienti sono l'utilizzo dei rumori (caricaturali?) e la scelta delle colonne sonore in larga parte del periodo barocco (Bach e colleghi), la cui scansione modulare ritmica e melodica ben s'adatta alla struttura visiva e compositiva derivata dalla tecnica della stop motion. Non sono mancate citazioni ed omaggi ad artisti come Leonardo, Arcimbolodo, e ad altre curiosità proprie della sua tradizione culturale (un documentario horror, per essere pignoli, The Ossuary del 1970, girato nel castello di Sedlec, affascinante architettura le cui decorazioni barocche sono ricavate da ossa umane).
Vogliamo parlare delle atmosfere? Leggendo la lista dei suoi corti, appaiono diverse pellicole prodotte sulla base di racconti di Edgar Allan Poe, di Horace Walpole, di Lewis Carroll.
Il risultato è che l'immaginario che si respira nel suo operato varia e viaggia tra il surreale e il paranoico, l'ironico e il perturbato, l'orrorifico (Sileni aka Lunacy è un suo lungometraggio dell'orrore abbastanza recente, del 2005, ispirato proprio da Poe e De Sade -al marchese aveva precedentemente fatto tributo con altri film, quali I Cospiratori del piacere-) e il poetico, la visione infantile che percepisce la minaccia dello sconosciuto, e quella del vecchio che rassegnato se ne arride. Molto spesso i contenuti dei corti hanno anche a che fare col tema della consunzione o dell'esaurimento del senso: esseri fitomorfi che appassiscono senz'acqua (Flora), coppie che dialogano sessualmente fino alla disgregazione (Dimensions of Dialogue: passionate discourse\ Dimensions of Dialogue: Exhaustive Discussion), altre coppie che parlano "fattualmente" fino ad arrivare all'estrema incomprensione (Dimensions of Dialogue, facutal conversation), oppure destinate ad un fugace consumo (per l'appunto) della loro storia perchè in breve destinate alla "morte" (Meat Love).
Altro tema principe è il cibo, che potrebbe parallelamente avere a che fare con quello del desiderio: il rapporto che Svankmajer suggerisce col cibo è infatti quello di una tentazione perversa, succulenta e visivamente attraente, biblica, seppure mostra non sempre velatamente la sua pericolosità attraverso colori o forme inusuali per un alimento sano o in buono stato di conservazione. Un desiderio malato, al quale difficilmente si resiste, un desiderio di nutrimento o semplice ingordigia che porta anche all'autocannibalismo (Food) come atto estremo della soddisfazione delle proprie pulsioni, o ancora una volta come consumazione del proprio bisogno.
Allo stesso modo tratta col desiderio sessuale o amoroso: alternando innocenze e ingenuità con perversioni e istinti malsani, pruriginosi, creando tensioni tra il desiderio ingigantito dalla sua non puntale soddisfazione e quello che una volta esaudito diventa noiosa abitudine, alla quale è però impossibile resistere, perchè diviene rituale.
Sono storie di energie creative e distruttive che si muovono su temi archetipici, su bisogni primari dell'uomo, e sulle suggestioni inconsce e incontenibili che possono provocare. Esse svelano immancabilmente le debolezze vuoi poetiche, vuoi miserabili, dell' uomo di fronte alla sua stessa natura, che gli rimane inafferrabile e imbrigliabile.


Posto solo alcune cose, chiaramente, per il resto c'è internet a vostra disposizione. Temo che forse qualcuno di questi video potreste non visualizzarlo perchè c'è quella fottuta censura di youtube di mezzo. Mi spiace molto.

Tma / svetlo / tma (Darkness/Light/Darkness), 1989






Dimensions of Dialogue: Exhaustive Discussion, 1982




Dimensions of Dialogue: Passionate Dialogue, 1982






Dimensions of Dialogue: Factual Conversation, 1982






The Pit, the Pendulum and the Hope, 1983





Historia Naturae, Suita, 1967





Food, 1992 (parte 1)





Food, 1992 (parte 2)



http://it.wikipedia.org/wiki/Jan_Svankmajer

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