martedì 25 ottobre 2011


La Stazione. Quella abbandonata. Non viene adoperata se non per sbaglio da...non so da quando.     La foto dice che era il 18 settembre 2011 alle 6:24. 
Quella notte è successo di tutto. Era per una persona in particolare che l'avevo scattata. Non c'è più la persona, rimane la foto.
Orgoglio e cordoglio.
E' sempre tutto sbagliato e intempestivo. Come un treno in ritardo...o che non passa più.
Rimane l'alba. Forse.






E' facile scendere all'Inferno. Facile raggiungere il Paradiso. Sono condizioni mentali e spirituali.
Sta tutto nella scelta.
Gli dissi "Sei la chiave del mio Quadesh HaQuodashim".
Parole al vento.
Scegliete la vostra Tramontana, fratelli. Scendere, Salire...è solo muoversi. Cambiare.

"Ohmammamia! I am a Peccatòre! I am going to Inferno! Girone Sodomiti!"

E mica nessuno, a salvarti. Nessuno, come è giusto.





E' fantastico assomigliare all' IDEA di sè stessi. Narciso. Annegherò milioni di Eco. Povera Ninfa.







Tetezki. Patria della Coercizione Coesa.
Quanto li amo, nel loro grottesco manierismo marziale.
Ditemi voi se questa può mai essere la pubblicità\ immagine promozionale della senape.
Invece sì. Questa sono io quando mangio Kraut und Bratwurst. Surreale.
Maledizione.




I'm that drowned pillow.
La mamma mi ha sempre raccomandato i braccioli, che seppure nuoto bene per lei non ho mai saputo evitare la Morte con sufficiente eleganza.
Un pomeriggio come tanti. Amici. Amore al telefono.
E la mia personale deriva, un cuscino a galla.
Avrò anche io un giorno, se già non ci vivo, la mia piroga psicopompa.
Caronte, prepara il Jack Daniel's, sto arrivando.






E il bisogno di vivere disgiunta. Monade Leibniziana. 
Da quando ci sei non gestisco più nè la separazione, nè la lontananza.

Un tentativo di recuperare il controllo.
Controllo? Tutto sommato, non vuol dire Nulla.

(E va bene, non è una foto ma una illustrazione. C'era bisogno di sottolinearlo?)







Non cresci più.
A tratti è Normale.
Ma quando cerco di raggiungerti c'è un Buco.
E ti ho quasi dimenticata. Omaggi porto ad un fantasma.
Boullèe.
Hai cancellato la Luce, cenotafio.
Disinfesti i ricordi con perfezione assoluta.
E un grido mai gridato, tutto dentro, era il tuo volto.
Riuscirò, se mi tiri giù. 
Non respiri più.





Quando la scattai era un po' per scaramanzia, un po' per ridere, un po' per forzarmi all'accettazione.
Se te ne vai.

Cosa posso, se non un sì.
Me l'ha insegnato Lui.
Pensavo di saperlo. Pensavo di saperti.







La dissociazione. 
Bravo\a, tutte le foto sono storte. 

Sono alle Hawaii e arrivi tu. Tanto alla fine ciò che fai, credimi Amore, non basta mai.
Ho il mal di mare, bastardi. 

E pensavo d'averci pure un buon motivo. Ma non serve.


Come puoi vivere a testa in giù?







Vivi nell'aria, tu così fai.

ho visto anche la neve sciogliersi di colpo ed ora so, ti amo
ho chiesto fin troppo ed ora lo ammetto
mi asciugherò di colpo e poi sarò contento di nuovo
scolpiscono un cuore di piombo
ci sono cose che pesano, pesano, pesano
ci sono cose che schiacciano
oh no, cresco eppure m’abbasso, chilometri in giù, chilometri più giù
colpiscono un cuore di piombo
ci sono cose che pesano, pesano, pesano
ci sono cose che schiacciano
colpiscono un cuore di piombo
ci sono cose che pesano


E tu non lo sai, ma mi porti



l'Infinito