domenica 10 febbraio 2013

Acromegalia

Sono ignorante.
Un sacco di cose non so, non conosco, ignoro.
E proprio per questo, so di poter crescere.

I can grow further.

Sto leggendo "V per Vendetta" in ritardo di anni, con tutta la mia ignoranza.
Ma sono fortunata: l'ignoranza che mi contraddistingue ha a che vedere solo con una mancanza di dati e di interesse riguardo a certi argomenti, piuttosto che a posizioni prese a prescindere.
Posso cambiare idea, tornare sui miei passi, cambiare completamente antipodo: è una questione di punti di vista, piuttosto che di prese di posizione.
Cambiare d'altronde è un inevitabile diritto e necessità della sopravvivenza.

Così, dopo anni passati a dire che la politica mi fa schifo e non mi interessa, che non fa parte della mia essenza, ecco che mi trovo ad affrontarla, con la mia solita feroce passione e curiosità.

V per Vendetta.
Mi sento di nuovo quindicenne, ma ricca. Vedo.
Oltre la necessità e la fame di capire, di imparare i meccanismi dell'Arte Sequenziale  -di quella misteriosa e multisensoriale narrazione tipica del fumetto-, trovo temi a me insospettabilmente cari.

Si può dire di aver amato senza sapere? Si può dire, come nel più stereotipato "ama il tuo nemico", che improvvisamente quello che sentivi di deprecare nel tuo intimo diventa un tema essenziale per te?

I don't care.

E' così adesso, punto e basta.

Ho un amico di penna, uno scrittore in erba la cui passione e gioia nello scrivere mi si riversa addosso come una piena del Nilo, quando mi manda le sue righe perchè possa visionarle e dirgli ciò che penso.

Andrès.

Lui si fida del mio gusto, e quando scrive qualcosa me lo manda.
E non sa di farmi un dono TOTALE, dove la fresca nudità della sua essenza e dei suoi sogni mi sprona e mi disseta.

Non gli importa d'altro che d'essere libero.
Come non invidiare questa sua disposizione d'animo?
Si sente libero nel momento in cui espone se stesso.

Cosa che invece io rifuggo.
Basta proteggersi, basta scappare.
Ho smesso di scrivere e di suonare per questo.
Ho finto anche quando dipingevo.
Ho smesso di manifestarmi.
Che falsa.

"Alla gente non interessa quello che ho da dire, alla gente non importa trovare il tempo, la gente non capisce"...tutte vaccate per coprire un problema con me stessa.

Basta ricorrere all' autocensura per un senso di protezione.
Sono quello che sono, ho le idee che ho.
Non rubo il tuo tempo: se sei qui, vuol dire che almeno un po' ti interessa quel che ho da dire.
Se non ti interessa, cambierai pagina.
"Non voglio limitare la libertà di nessuno" era il mio pensare, ma così facendo limitavo la mia.

E allora sia quel che sia,
sono quel che sono.
Ho qualcosa da dire.

Patetica, antipatica, saccente, stereotipata, già sentita, romantica: non ha importanza.
E' il mio punto di vista, ha lo stesso valore di ogni altro,

come ogni singola pietruzza del mosaico.


Voglio essere libera.
E non dipende da nessuno se non da me.

Ho idee ed ideali: quando non sarò più, quelle, ultraterrene, mi sopravviveranno.
Quelle solo posso lasciare.



Il resto, è solo Vaudeville.




Con un ringraziamento speciale ad Andrès.






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